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VCO- NOVARA- 16-08-2020--Nuova gita con Gianpaolo Fabbri,

che ci porta alla Punta I Pisoni:

 

PREMESSA. La Punta I Pisoni, illustre sconosciuta, si trova lungo la cresta che dall'Alpe Nava sale all'anticima del Tignolino, il Tignolino di Trontano. Eravamo stati qui nel novembre 2017 in condizioni diverse. A due passi dall’estate mancano sicuramente i colori autunnali, ma trionfano il verde e le fioriture. Abbiamo avuto conferma che l’escursione, grazie alla sua esposizione ed al percorso prevalentemente in ombra, si adatta anche ai periodi caldi. Il buon dislivello e lo sviluppo ridotto fanno capire come si cammini quasi sempre “in presa diretta”, con le ginocchia all’altezza di molari e premolari nel sia pur breve tratto finale.

GITA  N. 11 – Punta I Pisoni – 2° atto

13 GIUGNO 2020

Dislivello: 1030 m. Tempo totale: 4 h 20'. Sviluppo: 9,9 km.

Una forte signora, colonna del gruppo, sopporta pazientemente un giovane lombardo e cinque anziani, due dei quali un po’ incattiviti dall’età (e lo dice un esperto). I nostri amici lacustri cominciano a spingersi verso nord con la giusta gradualità. Lo staff medico – sanitario controlla anche oggi il rispetto di tutte le regole dettate dalla prudenza in questa subdola pandemia. Il ritrovo è a Trontano. Dopo la piazza, alla rotonda, si sale a destra lungo la strada/pista per l’Alpe Parpinasca. Rispetto a quasi tre anni fa la strada è stata sistemata e si sale in auto senza grossi problemi. Inoltre, molto saggiamente, la sbarra non è chiusa e possono farne uso anche i contribuenti di serie B che ne hanno, appunto, contribuito non poco alla costruzione. Ciò permette di parcheggiare a quota 950, all’Alpe Faievo, risparmiando un’ora di cammino.

Nuvole, sole, ma eviteremo la pioggia per tutto il giorno. Lungo il bel sentiero e un tratto della pista per Parpinasca raggiungiamo un bivio e saliamo a destra. Nel bosco puntiamo all’Alpe Drisioni, 1587, sulla dorsale a picco sull'Ossola. Si rientra nel bosco e, dopo una breve discesa, si risale fino all’Alpe Nava, 1728. Camminiamo da circa due ore. Il tempo ancora incerto ci induce ad evitare di raggiungere il bellissimo punto panoramico sulla piana ossolana che si raggiungerebbe alla nostra destra in circa dieci minuti. Ci dirigiamo a sinistra verso l’Alpe Rina sul sentiero pianeggiante e, dopo pochi minuti, imbocchiamo una traccia, sempre a sinistra, che diventa presto un evidente sentiero molto ripido e ci porta ad una selletta (Passo di Nava?). Teniamo la destra e in breve siamo sulla Punta I Pisoni, 1912 (30'). Certo che, tre anni fa, questo tratto ci era sembrato molto meno “in piedi”. Che si tratti del nostro invecchiamento? Il fango per le piogge dei giorni scorsi ha dato anche il suo nefasto contributo.

Pensando a cose più allegre ci godiamo il panorama bellissimo e cominciamo ad illuderci di evitare un po’ di pioggia. Torniamo alla selletta e scendiamo verso destra (nord), lungo quello che ci sembra e che si confermerà un evidente sentiero, fino all'Alpe Pieso, 1445. E’ ancora presto e continuiamo la discesa, fra prati e un tratto di bosco, fino a Parpinasca, 1210. Qui il rifugio è aperto ed apprezziamo subito il coraggio di chi reagisce alla situazione d’emergenza sanitaria ed economica riprendendo subito a lavorare, sia pure con tutte le precauzioni del caso ed in una situazione difficile. Fanno così i professionisti della montagna e meritano successo. Partiamo con un aperitivo, ma sentiamo parlare di polenta ed altre prelibatezze ad un tavolo vicino e, quindi, ci lanciamo in un ottimo pranzo.

Con tutta calma poi, visto che il rischio di pioggia è svanito, riprendiamo la discesa lungo il sentiero che parte in prossimità del rifugio. Prima scendiamo nel prato, in fondo al quale s’incontra un tratto di sentiero sassoso ed estremamente scivoloso che mette a dura prova i riflessi del dopopranzo. Entriamo quindi nel bosco fino a tornare su un breve tratto della strada. L’ultimo pezzo di sentiero conduce al parcheggio di Faievo. Ripensando alla favolosa raclette che nel 2017 aveva concluso l’escursione alla Punta I Pisoni, ci avviamo mestamente verso casa,

    

Gianpaolo Fabbri

 

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