Quello che sta succedendo al presidente Toti è un'opportunità per la politica. Certo, mi dispiace molto per il calvario che sta subendo il Presidente della Regione Liguria, ma la politica ha la possibilità, forse per la prima volta, di alzare la testa e di non cedere di fronte ad una magistratura che si ritiene onnipotente. Gli arresti domiciliari applicati ad un presidente di regione in carica pertanto tempo e per delle contestazioni che riguardano fondi regolarmente denunciati ed utilizzati esclusivamente per un’attività politica sono assolutamente una misura spropositata. È evidente che l’unico scopo è quello di far dimettere il presidente della regione. Il secondo arresto, poi, appare davvero una provocazione. Davvero qualcuno può pensare che Toti sia pericoloso perché il suo movimento avrebbe indebitamente utilizzato un cartellone pubblicitario? Toti, giustamente, non si dimette e tiene duro. Adesso tocca alla politica difenderlo e far valere un principio: in un sistema democratico, pur con i necessari pesi e contrappesi, la politica deve difendere il suo spazio e non farsi sistematicamente mettere i piedi in testa dalla magistratura. La Procura deve poter indagare ed i giudici devono poter decidere, ma un presidente della Regione ha il diritto di governare fino alla fine del suo mandato. Peraltro, Toti ha sicuramente compreso che c’è una diversità di interpretazione sulle regole attinenti al finanziamento della politica da parte della procura e ne terrà conto. Se la politica avrà la forza di resistere lasciando da parte opportunismi e calcoli di bottega la democrazia segnerà un punto a suo favore, altrimenti darà un’ulteriore prova della sua debolezza.

Buona domenica e buona settimana.

Roberto Cota