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Ero salito al Gridone “svizzero”, per noi Limidario, trent'anni fa in una splendida giornata di inizio dicembre, senza neve. Allora nessun problema, né di fatica né di orientamento, ma oggi non ricordavo nulla del percorso. Nel 2011 con i Trotapian avevo clamorosamente fallito per “eccesso” di allenamento ed avevo atteso gli amici, saliti in vetta, alla Capanna Al Legn. Oggi ce l'ho fatta, sia pur faticando, ma la scarsa visibilità nella parte alta ci ha confuso le idee e ci sembrava di essere su una montagna sconosciuta. Gita tosta, molto panoramica. Non oggi.

GITA N. 155 O 24 - LIMIDARIO - GIUGNO 2024

Dislivello: 1200 m. Tempo totale: 6 h 15’. Sviluppo: 9,5 km.

Oggi si parte veramente all'alba. L'escursione è lunga e il campo base lontano, a quasi due ore d'auto dal primo ritrovo in quel di Domodossola. A Verbania si aggiunge al gruppo la capo-badante e così quattro signore e quattro ragazzi sui settanta, fra cui due medici di servizio, raggiungono Brissago e salgono di qui a Cortaccio, lungo una stradina stretta ma asfaltata. L'ottimismo di Meteosuisse ci induce a lasciare gli ombrelli in auto, anche se le vette più alte sono già, imprevedibilmente, nelle nuvole. Con fortuna troviamo uno dei rarissimi posteggi (sono quasi tutti privati) a quota 1000 circa e saliamo sull'asfalto fino al nucleo principale di case, a 1060, dietro le quali parte il sentiero evidente, che entra subito nel bosco. Passiamo dall'Alpe Pensevrone e, a quota 1200 circa, troviamo un bivio dove teniamo la sinistra. A destra si salirebbe alla Capanna Al Legn lungo un sentiero molto ripido. Noi, dalla Capanna, ci passeremo al ritorno. Per ora splende il sole che, insieme all'umidità nel bosco, ci fa sentire già in estate, ma è una sensazione passeggera. Arriviamo all'Alpe Vaniarone, 1414. Più in alto usciamo dal bosco, il sole ci saluta e un'arietta frizzante ci ricorda che siamo ancora in una fresca primavera. All'Alpe Voièe, 1600 circa, si fa colazione. Fino a qui quasi un'ora e mezza. Attraversiamo un primo residuo di valanga ed arriviamo all'Alpe Avaiscia, 1648. Diritti, in direzione nord est, si andrebbe alla Capanna Al Legn. Noi puntiamo a ovest, lungo una traccia in presa diretta con qualche ometto e pochi segni, ed arriviamo in tre quarti d'ora alla Bocchetta di Valle, 1948. Io arranco in coda al gruppo, ma sopravvivo. Certo che vedere la vetta anche solo per qualche minuto darebbe morale! Decidiamo di proseguire visto che siamo tornati sul  sentiero evidente e ben segnato, imperdibile anche con questa visibilità, che sale dalla Capanna. Ancora un paio di nevai che non creano alcun problema, un breve canale ripido con neve che si risale sul bordo destro ed eccoci sulla dorsale fra Centovalli e Valle Cannobina. Capirò, guardando a casa la cartina, che dalla Bocchetta siamo saliti verso ovest e poi nord ovest. Lì, al momento, non avrei scommesso un euro sui punti cardinali. Sulla dorsale, più o meno pianeggiante per un lungo tratto, incontriamo una caratteristica costruzione in pietra a sezione quadrata che è un pluviometro. L'ultimo breve tratto di sentiero, scosceso e molto ripido, ci porta alla grande croce metallica rossa di vetta, a 2188 (un'ora e un quarto dalla Bocchetta di Valle). Poco più avanti c'è anche un grande ometto di pietre. Durante la pausa ci godiamo il riposo più che il famoso panorama. In discesa triboliamo solo leggermente nel canalino ripido innevato, ma io mi affido all'esperienza nuotando nei rododendri e by-passando con una fedele badante il “punto chiave”. Ripassiamo dalla Bocchetta di Valle e qui proseguiamo sul sentiero evidente verso nord, inizialmente in quota, poi in dolce discesa fino alla Capanna Al Legn, 1785 (un'ora e un quarto). Adesso non è custodita, ma c'è il solito profumo di civiltà che si sente nei rifugi d'oltralpe. Sempre aperta, bella, pulita, attrezzata, ben fornita: ci si serve, ci si fa il conto, si paga e si lascia pulito, come si trova. Ahimè, nella bella Italia non è sempre possibile, salvo rare eccezioni. Pranziamo all'esterno, con qualche sprazzo di sole, ma l'arietta pungente ci fa ritirare all'interno per caffè e dessert. Ci raggiunge un gruppo di colleghi escursionisti di Varese, salito al Limidario poco dietro di noi e partito da Mergugno. Continua il contrasto fra sole caldo sul Lago e nuvole nere sul monte, che ci regalano anche due gocce di pioggia durante la discesa all'Alpe Avaiscia, dove si chiude l'anello odierno, e Cortaccio (1 h 30'). Ci aspettano ancora due ore d'auto e le solite code a Verbania e Domodossola.

Gianpaolo Fabbri

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