ANTRONA- 08-09-2024-- In una precedente descrizione di questa escursione l’avevo considerata “non particolarmente faticosa”. Otto anni dopo e un po’ meno in forma non mi arrischio più in giudizi personali troppo ottimistici. La fatica è direttamente proporzionale a un dislivello in salita di oltre mille metri su forti pendenze che non “mollano” mai. Vi assicuro, però, che qui vale la pena di faticare.
GITA N. 162 O 24 – FORCOLA
AGOSTO 2024
Dislivello: 1100 m. Tempo totale: 4 h 45’ + 20' (punto panoramico). Sviluppo: 13 km.
Le ferie dei nostri medici competenti cominciano a diventare un problema ed anche oggi le tre badanti, che si occupano di quattro anziani, si devono sobbarcare del lavoro straordinario.
Le risorse per il loro maggiore impegno verranno detratte dagli onorari dei sanitari. Come quasi sempre quando ci accompagnano gli ombrelli negli zaini, non pioverà, ma dobbiamo cercare di attenerci alle sempre più complicate previsioni meteorologiche. Parcheggiamo nell’area feste di Antronapiana, 908, all’inizio della strada per il lago. Dopo un breve tratto di asfalto s'imbocca sulla destra il sentiero ben segnato che ci porta all'Alpe Cimallegra, 1014.
Stiamo camminando sull'enorme frana staccatasi nel 1642 dal Monte Pozzuoli che portò alla formazione del lago, sbarrando le acque del torrente Troncone. Si comincia a salire decisamente ed arriviamo all’Alpe Fornalei, 1094. Io tengo il mio passo per non andare fuori giri e gli amici, che hanno una marcia in più, mi aspettano con la solita pazienza. Notiamo subito, e così sarà fino a Cheggio, che qui è stato fatto un lavoro eccezionale di sistemazione e pulizia del sentiero, devastato anche dalla caduta di grossi alberi.
Complimenti a chi l’ha finanziato e a chi lo ha eseguito! Passiamo dall’Alpe Scispul, 1484, ancora nel bosco di conifere, e, usciti nei prati, proseguiamo fino all’Alpe Forcola Inferiore, 1681, dove sostiamo per una veloce colazione. C’è solo una baita diroccata. Fino a qui due ore di cammino. Superiamo l’Alpe Forcola, 1787, teniamo la sinistra aggirando un dosso e risaliamo l'ultimo pendio che ci porta all'Alpe Forcola Superiore, 1914, e, a pochi passi da lì, al Passo della Forcola, 1920 (mezz’ora).
A quota 1984, a destra del Passo, c’è un punto panoramico che si raggiunge in pochi minuti. Gli amici, alcuni qui per la prima volta, vi salgono doverosamente, mentre io resto ad aspettarli con la scusa di proteggere gli zaini da eventuali assalti di orsi, lupi e cervi in calore. In venti minuti vanno e tornano. Riprendiamo così la discesa sul versante settentrionale.
Rododendri, mirtilli, larici prendono il posto degli abeti e delle vaste praterie del versante sud. Raggiungiamo in pochi minuti l’Alpe Curtvel (Curtvello), 1756, con la sua bella fontana di legno e pranziamo vicino all’altrettanto bella baita. Ci manca molto oggi il buon caffè della badante esperta, presa da impegni di mamma. Riprendiamo la discesa nel bellissimo bosco di larici e su un lungo traverso verso oriente con scorci stupendi sul Pizzo Andolla e sul bacino dell'Alpe dei Cavalli, Cheggio per gli amici.
Arriviamo all'Alpe Fraccia, 1524, scendiamo al lago e attraversiamo la diga ed il paese, 1497, fermandoci a dissetarci al Rifugio Città di Novara (un’ora dal Passo). Lungo mulattiera e sentiero raggiungiamo l'Alpe Campo, 1252 e, di qui, Antronapiana, percorrendo anche un pezzo di strada (un’ora e un quarto). Per le strade del paese un nostro giovane pensionato saluta ed è salutato, socializzando per chiudere in bellezza la giornata.
Gianpaolo Fabbri