VARZO- 06-10-2024-- All’Alpe Selvanera saliamo ormai annualmente per festeggiare un amico ospitale che ci invita nel suo regno. Per unire l’utile al dilettevole cerca di farci percorrere sempre sentieri diversi. Quest’anno ha optato per la “direttissimaa” grazie alla recente pulizia e sistemazione di due vecchi sentieri andati in disuso. Dislivello modesto, ma salita di quelle che stimolano l’appetito.
GITA N. 165 O 24 – SELVANERA DIRETTA
SETTEMBRE 2024
Dislivello: 700 m. Tempo totale: 3 h 15’. Sviluppo: 8 km.
Come ormai spesso, le previsioni ci inducono a portare gli ombrelli negli zaini. E questa sta diventando la più certa garanzia che di pioggia non ne vedremo. Solo nuvole alte. La temperatura è ideale per camminare. Dopo lunghe ferie rientrano nei ranghi due medici di servizio, uno dei quali è l’ospite e il festeggiato di oggi. Con loro le quattro badanti accompagnano tre anziani.
La quinta badante, assente da tempo, “bada” al marito, insieme al quale ci raggiungerà direttamente a Selvanera, salendo dall’Alpe Salviggia. Caffè in centro a Varzo, dopodiché portiamo due auto alla centrale ENEL di Ponte Cantone in previsione del ritorno ed andiamo a parcheggiare all’altezza dei campi sportivi, in frazione Riva, sotto il viadotto della V(vergognosa)S33, a quota 475. Attraversiamo il Diveria sul Ponte della Polveriera e imbocchiamo il sentiero F01 che ha come meta finale il Passo dell’Acqua Fredda e il bivacco di Pian Pumper.
Quasi subito incontriamo un bivio: a sinistra Nugno, a destra Tugliaga. Saliamo a destra lungo il sentiero recuperato di recente, comunque impervio e molto ripido. Più in alto diventa quasi pianeggiante in direzione ovest, a tratti un po’ esposto sulla forra del Diveria, mascherata dalla vegetazione. Ma in inverno? Il pranzo ce lo dobbiamo pur guadagnare.
Prima dell’Alpe Tugliaga incontriamo una spettacolare fenditura fra le rocce che racconta storie affascinanti e terrificanti di ere geologiche lontane, attraverso la quale si vede il torrente duecento metri più in basso. Dopo un’ora raggiungiamo un tornante della strada che sale da Ponte Cantone a Nugno, aperta da almeno un quarto di secolo ma ignorata dalla cartina più aggiornata. Ahi, ahi! L’Alpe Tugliaga è poco sotto di noi.
Proseguiamo per qualche minuto lungo la strada verso l’Alpe Salviggia fino ad incontrare un bivio piuttosto recente. Di qui è stato ripristinato parte del vecchio sentiero verso Selvanera. Saliamo di lì, sulla sinistra, trovando ancora pendenze degne del nome di “direttissima”. Ritroviamo più in alto la strada che seguiamo fino a Selvanera di Fuori, 1138, a sinistra della strada. Noi imbocchiamo sulla destra il bel sentiero, quasi pianeggiante, per Selvanera di Dentro, 1158 (un’ora). Questo è il regno del nostro ospite, che si mette subito ai fornelli per preparare, con la consulenza delle quattro badanti, un sontuoso risotto. La quinta badante, assente da tempo per impegni di nonna, oggi bada al marito e ci raggiunge con lui all’ora dell’aperitivo.
Dagli zaini compaiono i dolci preparati dalle signore ed un omaggio per il compleanno del padrone di casa, che festeggiamo un po’ in ritardo. Dopo pranzo concediamo, in via del tutto eccezionale, a due di noi, che fumatori non sono, il permesso di fumare una sigaretta. Sarà l’ebbrezza d’alta quota, anche se siamo solo poco sopra i mille metri? Alla Capanna Margherita cosa accadrebbe?
La discesa lungo il sentiero GTA, prima pianeggiante in direzione ovest ed un po’ esposto e poi in ripida discesa verso l’Alpe Salviggia, induce i nostri medici a sottoporci preventivamente ad un alcol test su un asse d’equilibrio predisposto allo scopo. Superato il test, raggiungiamo Salviggia e da qui, in parte lungo la strada e in parte lungo il sentiero per evitare le due gallerie, Ponte Cantone (un’ora e un quarto), dove ci aspettano le auto parcheggiate al mattino.
Gianpaolo Fabbri