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BOGNANCO- 13-10-2024-- Facciamo un altro passo indietro, a dicembre 2013. In attesa di condizioni meteorologiche stabili e di neve “sicura” optammo per un'escursione con ciaspole tranquilla, non faticosa, di breve durata e condita da un giusto ristoro nell'ospitale rifugio di San Bernardo.

GITA N. 40

PASSO DI MONSCERA – CIMA TIRONE

DICEMBRE 2013

Dislivello totale: 600 m. Tempo totale: 4 h. Sviluppo totale: 10,8 km.

Tempo bello e tanta neve, troppa per itinerari più ambiziosi o per gite senza ciaspole a quote inferiori. In Ossola abbiamo la fortuna di avere un'infinita possibilità di scelte: da quota 200 a quota 4638; a piedi, con ciaspole o con sci; dal banale all'estremo (non per noi!); rifugi o baite di amici in caso di maltempo; l'ombra dei boschi se troppo caldo e il sole nei prati nelle mezze stagioni; torrenti e ruscelli a disposizione, almeno fino a che le troppe centraline idroelettriche non ci desertificheranno. Le condizioni odierne ci fanno optare per la bellezza e le comodità dell'alta Val Bognanco: strada fino a quota 1600, pendii dolci e sicuri, un comodo rifugio dove, a richiesta, in qualsiasi giorno dell'anno ti preparano un pasto caldo. Siamo in undici, più Asia ed il suo border-fidanzato Book, affidato oggi alle mie severe cure dai suoi padroni. Si posteggia a San Bernardo, 1630, e si calzano subito le ciaspole. Lungo la strada innevata, battuta da gatti delle nevi e motoslitte, si raggiunge il ponte sul Rio Rasiga, perdendo un po' di quota (1600).

Risaliamo lungo i tornanti della strada e, prima del rifugio Il Dosso, bello ma oggi chiuso, tagliamo verso destra e raggiungiamo il rifugio dell'Alpe Paione, 1780. Poco più di tre quarti d'ora da San Bernardo e pausa colazione: ce la prendiamo veramente con calma. Torniamo sui nostri passi lungo la strada che ci porta a ricongiungerci con quella che sale al Passo di Monscera e in poco meno di un'ora siamo all'Alpe Monscera, 1978. Di qui in mezz'ora, dopo aver lasciato sulla nostra sinistra il pianoro dell'omonimo laghetto, arriviamo al Passo, 2103. E' ancora presto e si decide di risalire il pendio sulla nostra sinistra (sud – sud - ovest), finalmente un po' ripido, che ci porta sulla Cima Tirone, 2202. Qui la neve è dura ed apprezziamo le punte in acciaio sotto le ciaspole.

Alcuni amici, che si ricordano soltanto degli errori altrui, mi chiedono ironicamente se ho tolto i gommini di protezione, riferendosi alla mia prima uscita con le ciaspole anni fa, proprio da queste parti, allorché  raggiunsi il Monscera con le protezioni “inserite”. Da allora me lo rinfacciano sistematicamente, tanto che i gommini maledetti son finiti in fondo ad un cassetto di casa. C'è troppa neve, soffice e non battuta, per salire, sempre nella stessa direzione, anche sulla Cima Mattaroni, 2236, lungo la dorsale che, poi, scende alla Bocchetta di Gattascosa.

Questa dorsale segna il confine fra Ossola e Vallese. Scendiamo, quindi, nuotando nella neve, in direzione sud - est e poi est, al Rifugio Gattascosa, 1993 (tre quarti d'ora dal Passo), al lago di Ragozza, 1958, ed a San Bernardo (un'ora). Al rifugio ci raggiunge anche il legittimo padrone di Book, giustificato da un vecchio infortunio, e ci aiuta a consumare il buon cibo preparato dai gestori, saliti apposta da Domodossola. Se questi non sono vizi......

Gianpaolo Fabbri

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