VERCELLI 14-10-2024 La mostra sulla storia della condanna a morte a Vercelli, allestita nella suggestiva cornice della Chiesa di San Bernardino, ha chiuso i battenti dopo tre weekend di grande successo, superando ogni aspettativa.
Oltre 450 visitatori, provenienti anche da Genova, Milano, Torino, Parma, Pavia, Bergamo e perfino Lugano, hanno affollato la Chiesa per immergersi in un viaggio affascinante nel passato della nostra città.
Non solo la mostra ha riscosso un enorme successo, ma anche la caccia al tesoro organizzata dall’Associazione ha catturato l’attenzione di nove squadre di appassionati, che si sono sfidate alla scoperta di luoghi, personaggi e aneddoti poco conosciuti del centro storico. Il premio, riservato ai partecipanti alla caccia al tesoro, ha lasciato tutti a bocca aperta: un’esclusiva visita a Palazzo Avogadro di Quinto per ammirare un raro affresco cinquecentesco, mai studiato prima.
Ma le sorprese non sono finite qui. Grazie all’autorizzazione della proprietà, i partecipanti hanno potuto visionare per la prima volta il pozzetto adiacente alla Chiesa, destinato a contenere i cappi degli impiccati, un luogo carico di storia e di mistero.
L’entusiasmo del pubblico è stato travolgente, tanto che sono state numerose le richieste di prolungare la mostra. Grazie alla disponibilità del priore della Confraternita Luigi Angelino, la mostra rimarrà aperta per altre tre settimane, durante le quali solo gli istituti scolastici potranno prenotare visite guidate scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La conferenza di Amnesty International, che ha affrontato il tema attualissimo della pena di morte, ha completato il ricco programma dell’evento, registrando il tutto esaurito.
I due relatori (Massimo Persotti e Federico Villavecchia) sono giunti appositamente da Torino e Roma per l'occasione.
La RETE desidera ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al successo della mostra: i visitatori, i partecipanti alla caccia al tesoro, la Confraternita di San Bernardino, Amnesty International, le scuole cittadine e tutti i volontari che si sono prodigati nell’organizzazione.
Un evento che ha dimostrato come la storia non sia un semplice elenco di date, ma un patrimonio vivo che ci appartiene; un passato che ci interroga e ci invita a riflettere.
La pena di morte è certamente un capitolo oscuro, ma ricordarlo è comunque fondamentale per costruire un futuro in cui i diritti umani siano sempre rispettati.
In allegato foto 1: la premiazione della Caccia al Tesoro urbana
da SX: Nicolò Bellomo (attivista de LA RETE impegnato nella regia del gioco), Giada Molinaroli, Alessandro Tadini e Sunil J. Carrara (squadra vincitrice del gioco con un tempo di 1h e 14 minuti per coprire le 10 tappe), Maurizio Roccato (coordinatore de LA RETE) e Giovanni Mercuri, attivista e segretario de LA RETE impegnato nella regia del gioco)
In allegato foto 2: un momento della mostra
Impegnati in particolare gli attivisti de LA RETE: Donatella Demichelis, Carlo Franciscone, Silvano Beltrame e Vittorio Bosetti
In allegato foto 3: l’affresco cinquecentesco di Palazzo Avogadro di Quinto
L'affresco, sebbene parzialmente indecifrabile, ha innescato una scintilla di grande curiosità.
Un vero enigma pittorico che ha accresciuto l'atmosfera di mistero che già avvolgeva la mostra e la caccia al tesoro, trasformando così ogni visitatore in un intrepido esploratore del passato.