JEIZINEN- 27-10-2024-- Dal 2017, saltando solo il 2020 a causa del Covid, ci ritroviamo annualmente con amici svizzeri, escursionisti come noi. Quest’anno toccava a loro ospitarci. Rispetto ai primi anni il numero di Steinböcke elvetici e di Murmäta italiani (una volta Trotapian) si è decisamente ridotto per tanti motivi, ma lo spirito dei superstiti, grati al buon Dio per averli conservati decentemente, è sempre lo stesso: un inno a questa amicizia internazionale che ci ha fatto conoscere bellissime persone.
GITA N. 166 O 24 – JEIZINEN
OTTOBRE 2024
Dislivello: 970 m. Tempo totale: 5 h (3 h 15’ + 1 h 45'). Sviluppo: 15 km.
Da settimane attendiamo l’incontro annuale con carissimi amici escursionisti vallesani. L’anno scorso vennero in Val Bognanco. Quest’anno tocca a noi varcare il confine. L’unica incognita è il tempo. Anche Meteosuisse ci tiene sulla corda fino all’ultimo, ma alla fine scioglie la prognosi e, dopo una notte di diluvio, ci promette una giornata senza pioggia: e così è. Tre badanti e due medici, uno dei quali rientrato nei ranghi per l’occasione internazionale, accompagnano quattro anziani oltre confine. Il ritrovo è a Varzo, ancora al buio, e piove. Affrontiamo il traffico dei camion e gli eterni cantieri del Passo del Sempione con tanta fede e poca speranza. Riusciamo ad essere puntuali all’appuntamento di Gampel-Steg, poco oltre Raron, per un buon caffè con gli amici svizzeri.
E ha smesso di piovere: porteremo gli ombrelli a spasso dentro lo zaino per l’intera giornata, con nebbia, vento fresco e persino un po’ di sole. E’ stata comunque scelta l’opzione 2, programmata in caso di maltempo, da quota 600 a quota 1570. L’opzione 1, programmata per tempo bello, prevedeva partenza da Jeizinen, quota 1570, e giro ad anello fino a quota 2400.
Sarebbe stata più panoramica e di soddisfazione, ma la saggezza elvetica, sostenuta da quella italica, ha considerato la variabilità meteorologica, l’umidità e la neve in quota. Dal parcheggio di Gampel, a quota 600 circa, nei pressi del fiume Lonza che scende dalla Lötschental, imbocchiamo la pista in direzione di Jeizinen, verso ovest.
Dopo pochi minuti ci gustiamo il primo panorama sulla valle del Rodano da una cappella nei pressi di una croce che viene illuminata solo in occasione di una morte nel paese, per una vecchia tradizione. Più avanti lasciamo la pista diretta per Jeizinen e imbocchiamo il sentiero per Bratsch, sempre diretti ad occidente.
Dopo un’ora e mezza siamo nel bellissimo paesino che merita una breve deviazione ed una visita fra le case. Torniamo sui nostri passi e proseguiamo sul sentiero per Jeizinen, ora diretti ad oriente. Entriamo in un bosco bellissimo, con tanto muschio che farebbe felici i progettisti di presepi tradizionali, nonostante l’esposizione a sud. Anche la nostra guida professionista svizzera, pur aiutato dalla tecnologia, incontra qualche difficoltà in questo tratto di sentiero che non è più molto frequentato, non è ben indicato e ci sono tracce di pedoni, di ciclisti e di animali che si sovrappongono.
Più in alto torniamo sul sentiero “sicuro” e viriamo nuovamente a occidente. Mentre splende il sole e ci rinfresca il vento, dopo un’ora e tre quarti da Bratsch, arriviamo nel paesino da favola di Jeizinen, 1570. Qui c’è la casa di uno dei nostri due ospiti. Le loro signore sono salite in auto e in funivia, rinunciando alla camminata, per prepararci un’accoglienza affettuosa ed eccezionale dal punto di vista eno-gastronomico. Il tempo vola e nel pomeriggio avanzato riprendiamo il cammino scendendo a Gampel in un’ora e tre quarti lungo la pista diretta, comoda ed evidente.
Anche in salita questa pista avrebbe ridotto tempi e fatica, ma arrivare troppo presto sarebbe stato pericoloso per la pur ben fornita cantina degli amici e ci avrebbe tolto quel pizzico di avventura che fa sempre parte delle nostre escursioni. Varchiamo il confine quasi all’ora di cena, ma una giornata così avrebbe meritato anche orari notturni.
Gianpaolo Fabbri