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VAL BREVETTOLA- 03-11-2024-- Il campo base a quota 1300 e la possibilità di arrivarci in auto grazie a una grande vettura e ad un abile autista ci consentono una tranquilla escursione, a tratti sotto la pioggia. E questo nonostante le ormai consuete catastrofiche previsioni meteorologiche, in particolare di giovedì. Certe cose si possono fare anche con brutto tempo, anzi …..

GITA N. 167 O 24 – PIANINO

OTTOBRE 2024

Dislivello: 500 m. Tempo totale: 2 h 30'.

Tre giorni prima di questa gita due prestigiosi dirigenti del gruppo si ribellano alla dittatura di Giove Pluvio, che ci sta tormentando da settimane proprio di giovedì. E così la bella proposta di un amico viene sottoscritta immediatamente. Unico problema, che ci renderà umidi non solo di pioggia ma anche di lacrime, l'assenza delle badanti per una serie di coincidenze sfortunate, non certo perché a loro manchi il coraggio. Due medici garantiscono la tranquillità di tre anziani.

Con l'auto del progettista nonché guida della gita odierna raggiungiamo il rifugio privato Giuseppe Bottini all'Alpe Manzano, 1303. Siamo sopra Pioi, frazione alta di Bognanco, sulla destra orografica della valle. Il rifugio è grande, ben tenuto e gestito da un certo numero di soci, fra i quali la nostra guida. Funziona come i rifugi svizzeri, dove si rispetta la proprietà, si consuma, si paga, si lascia pulito e in ordine, come si trova all’arrivo. Si deve essere accompagnati da un socio.

Per ora non piove e imbocchiamo il sentiero D09 che, diretto a sud, sale appena dietro il rifugio. Si alternano tratti ripidi ad altri pianeggianti. Inizia a piovere, non forte, ma quel tanto che basta per dover aprire l'ombrello. Si sta attenti alle foglie di faggio scivolose nei tratti più stretti del sentiero. I colori dell'autunno sono già esplosi e risplendono nonostante l'atmosfera nebbiosa e piovosa.

Dopo meno di un'ora arriviamo al Colle del Pianino, 1620, che domina la Val Brevettola. La pioggia aumenta e ci ritiriamo nella baita rifugio dove accendiamo un fuocherello, più che altro per sentirci un po' meno umidi e per passare il tempo. Per lo stesso motivo ci dirigiamo verso il Moncucco e, dopo pochi minuti, teniamo la destra su una traccia più bassa, sul versante della Val Brevettola, dirigendoci verso l'Alpe Barzasca, a me fino ad ora ignota, sulle pendici occidentali del Moncucco.

Riprende, però, a piovere, sale la nebbia e torniamo sui nostri passi salendo rapidamente sulla dorsale dove passa il sentiero C04 che avevamo imboccato al Colle del Pianino. Qui c'è una costruzione in cemento dove, mi dicono, arriva l'acqua dall'alta Val Brevettola per la neve artificiale a Domobianca.

Dopo aver girovagato per tre quarti d'ora ci troviamo di nuovo al Colle e non ci resta che tornare tranquillamente verso l'accogliente rifugio dell'Alpe Manzano ( tre quarti d'ora). Qui il capo-gita dà prova della sua grande esperienza, non solo di uomo di montagna, ma anche di uomo “di casa”, preparandoci un'abbondante pastasciutta con un sublime ragù cucinato a fondovalle con la supervisione di una grande cuoca.

E così, riscaldati dal maestoso camino e da bevande quasi analcoliche, trascorriamo due ore bellissime che ci aiutano a superare in qualche modo la tristezza dovuta all'assenza del vero sole, che è il sorriso delle nostre badanti. Riassettiamo il rifugio e percorriamo con sicurezza i dieci metri che ci separano dall'auto. E la pioggia riprende.

Gianpaolo Fabbri

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