CAMBIASCA- 01-12-2024-- Torniamo, dopo qualche anno, su un percorso molto frequentato ai tempi dei Trotapian. Si tratta di un’escursione tranquilla, molto panoramica e con una variante, almeno per me nuova, nel tratto finale. Peccato solo per le nebbie verso la pianura che ci privano degli scorci bellissimi sui laghi. Ci consoliamo con la meraviglia dei Quattromila.
GITA N. 170 O 24 – PERNICE TODANO
NOVEMBRE 2024
Dislivello: 680 m. Tempo totale: 4 h. Sviluppo: 11,8 km.
Due auto calano dall’Ossola sul Verbano con un prezioso carico di badanti, una delle quali alla prima uscita, ma già in fase di preselezione e formazione. Il ritrovo è a Cambiasca, dove si aggiungono a noi la badante-capo ed il decano del gruppo, assente da tempo. Siamo in undici, con cinque signore ed un medico di servizio che accompagnano cinque anziani.
Saliamo in auto a Miazzina e di qui, passando dall'Alpe Pala, a Cappella Fina, 1102. Troviamo un gruppo di escursionisti della provincia di Varese diretti verso il Monte Todano. E’ un piacere incontrare dei coetanei in giro per i monti. Il loro decano è vicinissimo ai novanta. Per noi è una vera e propria iniezione di fiducia per il futuro. Di qui la pista sulla sinistra (occidente) porta verso il Monte Todum, quella sulla destra verso la Bocchetta di Curgei.
Noi saliamo diritti (nord) lungo il sentiero che ci porta all'Alpe Cavallotti, 1216. Dopo un tratto in piano arriviamo ad un bivio con indicazioni in legno su un caratteristico paletto tipo Rosa dei Venti. Proseguiamo verso settentrione lungo quella che è una “direttissima” con circa duecento metri di dislivello a “ginocchia in bocca”. Raggiungiamo la dorsale, molto panoramica, che separa il cuore della Valgrande dalla conca del Lago Maggiore.
Adesso siamo sul sentiero P02 che sale dal Monte Todum. Lo percorriamo in direzione nord est e raggiungiamo, dopo un’ora di cammino, la vetta del Pizzo Pernice, 1506. Breve pausa fotografica e scendiamo, sempre nella stessa direzione, alla Bocchetta di Curgei, 1400. Si percorre il sentiero R03, che sale da Cappella Fina, prima pianeggiante e in salita nel tratto finale, fino al bivacco invernale di Pian Cavallone, 1543, poco sotto la grande croce. Pausa colazione.
Ci portiamo alla vicina cappella e qui incontriamo il decano degli escursionisti di Varese che attende gli amici saliti al Monte Todano. Ci sembra fresco e riposato, come ci conferma, ma ha preferito fermarsi qui per prudenza: gli mancano solo due anni ai novanta! Mitico! Da invidiare con affetto. E noi che pensavamo di essere un gruppo “anziano”! Saliamo anche noi a quello che chiamiamo Monte Todano, 1667, I Balmit per la cartina (un’ora).
Altre foto e scendiamo in direttissima in prossimità del Rifugio, 1528, per la pausa pranzo (un quarto d’ora). Decidiamo, per prolungare un po’ la bella giornata in compagnia, di allungare il percorso scendendo, lungo il sentiero R05, verso Cappella Porta. Attraversiamo una bella pineta e incontriamo i faggi, alcuni dei quali tagliati di fresco in corrispondenza di un abbozzo di pista. Che il prossimo obbiettivo di questa sia il Rifugio di Pian Cavallone?
Non ci stupiremmo: sappiamo che la brama di piste agro-silvo-pastorali nell’homo sapiens è quasi pari a quella di centraline idroelettriche. Poco sopra quota 1200 incontriamo un’altra pista pianeggiante sulla destra, che sembra recente, vista la consueta devastazione. La imbocchiamo in direzione ovest che più avanti diventerà sud.
Questa deve aver fagocitato il sentiero R03a, che ricompare solo nel tratto intermedio. Il tratto finale in leggera discesa incontra la pista che scende dalla Bocchetta di Curgei appena prima di Cappella Fina, dove arriviamo dopo un’ora e tre quarti di cammino dal rifugio. Al Circolo di Cambiasca discutiamo di progetti e di festeggiamenti futuri.
Gianpaolo Fabbri