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VALLE ANTRONA- 19-01-2025-- Un'altra lunga escursione dell'autunno 2013. Il Camughera fa parte della corona di cime che separa Valle Bognanco e Valle Antrona. Non molto frequentata, faticosa, su terreno arido (non oggi) e impervio, è un'escursione che offre bellissimi panorami nella parte alta, fra il Colle del Pianino e la vetta. Ma, se si cammina nella nebbia, restano solo la fatica e la soddisfazione della conquista.

GITA N. 44

CIMA CAMUGHERA E MONCUCCO

OTTOBRE 2013

Dislivello totale: 1500 m. Tempo totale: 7 h

L'infallibile o quasi Meteosuisse dice che giovedì 31 ottobre 2013 “nella tarda mattinata” tornerà a splendere il sole. Convinco gli amici a tentare il Camughera, vetta per alcuni di noi sconosciuta. Ci troviamo a Foppiano, poco sopra l'Alpe Lusentino, 1249, in otto con la ex cucciola Asia. Piove, ma lo sapevamo. C'è anche nebbia, ma giochiamo in casa e questa montagna per noi non ha segreti. Seguiamo la strada, con gli ombrelli comodamente aperti, e raggiungiamo l'Alpe Torcelli, 1442. Un altro breve tratto e siamo all'Alpe Casalavera, 1594. E piove.

Lungo la pista di sci saliamo ai Pianali del Moncucco, 1850, dove arriva l'ultimo impianto delle piste di Domobianca, la seggiovia Lavancale (quasi un'ora e un quarto dalla partenza). Di qui scendiamo in mezz'ora, lungo il sentiero evidente, al Colle del Pianino, 1620, passando dal meraviglioso ripiano panoramico dove, anni fa', si trovava il comodo ristoro debellato dalla burocrazia (Ahi serva Italia, di dolore ostello …...).

Sono solo le 9.00. Cerco, quindi, di infondere fiducia negli amici, perché piove sempre, ma non è ancora “tarda mattinata”. Nella baita rifugio si fa colazione con calma, in attesa delle schiarite. Ricomincia la salita su traccia non sempre segnata ed evidente. Siamo sulla dorsale fra Antrona e Bognanco, diretti a ovest. Passiamo dalla croce di granito che ricorda la tragica morte di un ragazzo. Il terreno è bagnato ed infido: niente di trascendentale, ma scivolare su questi ripidi pendii erbosi è vivamente sconsigliato. Dopo poco più di un'ora e mezza dal Colle siamo in vetta, 2249. Lo splendido panorama ci è negato, pioviggina ancora.

Trattandosi ormai di “tarda mattinata”, ricevo i primi improperi e a nulla serve il mio tentativo di ribaltare le responsabilità sul meteorologo di turno ieri a Meteosuisse. Bagnati e scornati torniamo sui nostri passi, perdendo pure del tempo per esserci portati troppo sul versante di Bognanco, sempre grazie alla nebbia. Arriviamo al Colle del Pianino e, al riparo, consumiamo un umido rancio, festeggiando anche il compleanno di un pilastro del gruppo, ultrasessantenne.

Appesantiti dalla torta e dalla persistente umidità, torniamo lentamente ai Pianali e, in quattro, facciamo una rapida puntata alla croce del Moncucco, 1896. Durante la discesa, con qualche ora di ritardo, ecco le previste schiarite, che permettono agli increduli abitanti del Lago di vedere quanto sia bella l'Ossola da quassù.

E', però, tardi per recuperare la fiducia degli amici nelle mie doti di meteorologo e ci vorranno anni per riabilitarmi. In un'ora dalla vetta del Moncucco raggiungiamo le auto e riportiamo a valle le nostre ossa stanche, scricchiolanti e bagnate. La discesa dalla vetta del Camughera, fra errori di percorso e puntata al Moncucco, ha richiesto circa tre ore e mezza.  Il colpo finale ce lo dà la freddura di un amico che, guardando la piccola Asia completamente fradicia, pronuncia la sua sentenza: “se non è zuppa, è can bagnato”.

Gianpaolo Fabbri

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