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cota roberto

C’è stato il primo passaggio parlamentare per la riforma Nordio: separazione delle carriere tra pm e giudici; due organismi di autogoverno (Csm) separati per magistratura inquirente e giudicante; competenza in merito ai procedimenti disciplinari riguardanti giudici e pm demandata ad apposita alta corte; sorteggio quale meccanismo di scelta dei componenti dei Csm. Apriti cielo. Da giorni va in scena la solita levata di scudi da parte della magistratura militante che ha organizzato anche una protesta in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Gli argomenti utilizzati sono sempre gli stessi: sarebbe a rischio l’indipendenza della magistratura rispetto al potere politico, con la conseguenza di togliere garanzie ai cittadini. Quanto affermato non corrisponde al vero, in quanto la riforma non prevede una sottoposizione dei pm al potere politico, anzi. Da un lato, si propone di rendere i pm autonomi ed indipendenti dai giudici e viceversa. Dall'altro, proprio il nuovo meccanismo di scelta dei componenti togati dei due Csm svincola la scelta dalla spartizione e mercificazione dei ruoli apicali di procure e tribunali assegnati oggi in base alla appartenenza correntizia (che è una vera e propria appartenenza politica). La verità è che le provocazioni non attaccano più: dopo tutti questi anni di inutili polemiche, ormai, i cittadini si rendono conto che la riforma serve proprio a liberare (o almeno tentare) la giustizia dalla politica! Inoltre, è stucchevole che l’Associazione nazionale magistrati si erga a paladina dei diritti dei cittadini. In base a quale autorità lo fa e, visto quello che è successo in questi anni, in forza di quale autorevolezza? Diciamo che, al massimo, può rappresentare interessi di parte, tanto quanto legittimamente li rappresentano le associazioni rappresentative di altre categorie di pubblici dipendenti. Però una cosa va rimarcata: la politica non deve cedere a queste provocazioni. La maggioranza deve realizzare il programma di governo in forza del quale ha vinto le elezioni. Punto e basta. La frottola che la riforma della giustizia doveva servire a tutelare gli interessi di Berlusconi oggi non è più spendibile.

Buona domenica e buona settimana.

Roberto Cota

 


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