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CAMERI - 20-01-2025 --Si chiama“Natura Partecipata”, progetto di riqualificazione ambientale rivolto a tutti i soggetti, pubblici e privati, desiderosi di contribuire economicamente, tramite donazioni, alla preservazione della biodiversità e degli ecosistemi, promosso dall'Ente di gestione delle Aree Protette del Ticino e Lago Maggiore.


Il progetto permette di dare nuovi spazi all’ambiente e a chi lo vive, in un’ottica di rispetto e convivenza tra uomo e specie animali e vegetali nonché di lotta al cambiamento climatico. I fondi raccolti avranno lo scopo di acquisire aree cementificate, danneggiate, abbandonate o antropizzate all’interno delle province di afferenza dell’Ente (Biella, Novara, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola) e riqualificarle con interventi mirati.


“Natura partecipata” si snoda all’interno delle norme dalla Nature Restoration Law europea, la quale ha l’obiettivo di recuperare il 30% degli habitat terrestri e marini considerati in cattivo stato di conservazione entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050, in piena sintonia con il Green Deal europeo.


“Con questo progetto l'Ente – spiega la presidente, Erika Vallera – si pone l'importante obiettivo di agire efficacemente in risposta al depauperamento della qualità dei suoli, della perdita di biodiversità e della copertura forestale; soprattutto nella parte di territorio planiziale e in prossimità delle aree urbane. Obiettivi importanti che richiedono un impegno diffuso ed il nome del progetto ‘Natura partecipata’ vuole richiamare proprio questo aspetto. Una partecipazione di tutti alla tutela e alla riqualificazione ambientale.”


Fra le attività progettuali previste si evidenziano:
- l’individuazione di aree idonee per l’attuazione di interventi di rinaturalizzazione, per la creazione di nuove aree a bosco, aree umide, aree di brughiera, in idoneità con la zona territoriale individuata;
- riqualificazione di aree antropizzate con attività di risanamento e decementificazione;
- estensione copertura forestale tramite piantumazione con alberi autoctoni, con estensione di habitat per le specie che vi abitano, cattura della CO2, salvaguardia dei suoli e molti altri servizi ecosistemici;
- uso di piante che facilitano l’assorbimento di inquinanti (Ecosistema filtro);
- implementazione delle cosiddette “aree umide” (es. marcite), caratterizzate da una forte presenza d’acqua, con vantaggi per gli agricoltori (disponibilità di fieno per il bestiame in ogni stagione dell’anno) e per quelle specie animali che necessitano di aree umide per poter sopravvivere o nidificare e riprodursi;
- uso di tecniche di ingegneria naturalistica per la sistemazione di dissesti e miglioramento ecologico dei corsi d’acqua, al fine di permettere una corretta permeabilità dei suoli e il drenaggio delle acque;
- implementazione di aree aperte per quelle specie animali che trovano un habitat più idoneo nelle praterie e nelle “drylands” rispetto a quello tipico delle aree forestali.


Gli interventi prospettati sono un modo concreto per attuare gli obiettivi ambientali e produttivi, con particolare attenzione alla protezione del territorio, del suolo, del clima e delle risorse idriche, alla conservazione e all’incremento della biodiversità, alla qualità ecologica e percettiva del paesaggio e all’offerta di aree idonee alla fruizione pubblica mediante attività culturali, turistiche e ricreative all’aperto e a basso impatto.


Per informazioni sul progetto: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 


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