CANNOBINA- 26-01-2025-- Siamo ancora nell'autunno 2013 e ci avventuriamo nell'alta Valle Cannobina. L'ambiente è aspro, selvaggio e solitario, ma ha il suo fascino. Chi ama soltanto le ammucchiate di agosto in luoghi pur bellissimi come Veglia o Devero si astenga da questa gita! La consigliamo a chi ha un concetto diverso di montagna. Parte del percorso si snoda nel Parco Nazionale della Val Grande.
GITA N. 45
BIVACCO LIDESH
NOVEMBRE 2013
Dislivello totale: 900 m. Tempo totale: 5 h 30'
Cinque verbanesi, saliti direttamente dal Lago, e due ossolani, saliti dalla Valle Vigezzo, si ritrovano nel comodo parcheggio di Finero, quota 900, all'alba. C'è anche la piccola Asia, detta “moto perpetuo”. La giornata umida e nebbiosa ci ricorda che l'estate è finita da quasi due mesi. Ci abbassiamo di poche decine di metri e attraversiamo Il Fiume, o meglio l’alto Torrente Cannobino, risalendo alle case di Provola, 930.
Imbocchiamo il sentiero S25 ben segnato per il bivacco Lidesh, ci alziamo nei prati ed entriamo nel bel bosco di faggi. Il terreno è umido e scivoloso, con uno spesso strato di foglie che lo rende ancora più insidioso per la nostra età media elevata. Nei tratti più scomodi ci aiutano delle geniali catene. Una rapida colazione nel bosco e, dopo quasi due ore da Provola, raggiungiamo Il Motto, 1508, e i ruderi dell'Alpe Mut, 1493.
Seguiremo per tutto il percorso la direzione sud – ovest. Siamo sulla dorsale fra la valle del Fiume (a nord ovest), che sale alla Bocchetta di Terza, e la valle del rio Calagno (a sud est). I due corsi d'acqua si congiungono a valle di Finero a formare il torrente Cannobino. All'Alpe Mut ci si abbassa su un tratto di sentiero stretto e con catene, fino ad una ripida ma breve risalita che porta alla Bocchetta del Lidesh, quota 1650 circa (poco più di mezz’ora da Mut). Di qui vediamo il bivacco, 1590, che si trova sul versante del rio Calagno e di Gurro, e lo raggiungiamo rapidamente con breve discesa e dolce nonché altrettanto breve risalita.
Il sentiero prosegue verso il Passo dei Crusitt, da cui si scende in val Pogallo (dalla cartina, però, non sembra esserci alcun sentiero per la discesa), ma la giornata triste e nebbiosa ci induce a fermarci qui. Il Bivacco Lidesh, costruito nel 1996 dal Gruppo Amici di Gurro, è incustodito e sempre aperto, funzionale, prezioso per chi frequenta queste lande impervie e selvagge. Fino a che sarà rispettato (e questo fino ad ora è avvenuto) costituirà un esempio di come, facendo bene le cose, anche da noi si possano ottenere buoni risultati.
Pranziamo al caldo del camino, che la giornata rende particolarmente gradito, e ripristiniamo la scorta di legna. Sembra inutile dirlo, ma non è, purtroppo, ovvio per tutti. Rimettiamo in ordine al meglio e risaliamo faticosamente, in fase di digestione, le poche decine di metri che ci separano dalla bocchetta. Da qui si scende e, quindi, massima attenzione e concentrazione. Un innocuo scivolone di un anziano procura l'immediato e semplice intervento del medico di turno, che oggi è senza colleghi.
Su sentieri così insidiosi è molto meglio salire, ma non abbiamo scelta. In poco più di due ore e mezza dal bivacco torniamo a Finero, dopo una dura lotta con i sassi bagnati e i rami nascosti sotto mezzo metro di foglie. Giovedì prossimo un raggio di sole sarebbe il benvenuto.
Gianpaolo Fabbri