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MERGOZZO- 09-02-2025-- Torniamo al 2013. La catena di montagne selvagge che domina la Bassa Ossola sulla sinistra orografica del Fiume Toce viene chiamata “Corni di Nibbio”. Di essa fa parte Cima Corte Lorenzo. Si tratta di un'escursione abbastanza faticosa, da evitare nei periodi caldi e da affrontare con buone scorte di bevande analcoliche. Ideale per chi vuole divertirsi su sentieri stretti ed esposti. Aggiungendo una visita a Corte Buè, la fatica aumenta.

GITA  N. 47

CIMA CORTE LORENZO – CORTE BUE'

 MAGGIO 2013

Dislivello totale:  1200 m.  Tempo totale:  7 h 10'

La primavera avanzata, con temperature moderate e vegetazione non ancora “esplosa”, consente un'escursione non amata da chi detesta vuoto ed esposizione, sia pure su sentieri ben segnati ed attrezzati. Per l'occasione sono stati convocati alcuni esperti, sempre pronti a porgere una mano o una corda agli amici in difficoltà.

Fra loro anche un maestro di sci taroccato: tanto non c'è neve! Il ritorno allungato incrementa notevolmente i tempi odierni. Partiamo in quindici da Ruspesso, 940, dove termina la strada per l'Alpe Ompio.  L'escursione più impegnativa del solito spaventa, ma attira. Nuvole e sprazzi di sole. Rapidamente, lungo il sentiero A54 che più avanti diventerà A52c, raggiungiamo l'alpe e il Rifugio Fantoli, 1000. Sempre in direzione nord, che poi sarà ovest e nord – ovest nella parte finale, proseguiamo per l'Alpe Caseracce, 1238, aggirando sulla destra (oriente) il Monte Faiè. Breve sosta in contemplazione della Val Grande e si riparte per l'Alpe Pianezza e la Colma di Vercio, 1255, (un’ora e un quarto da Ruspesso).

Qui il saggio presidente c'impartisce la sua benedizione e scende verso nord, diretto a Corte Bué, dov'è prevista, fra qualche ora, la pausa pranzo. I quattordici superstiti s'inoltrano nel cuore dei Corni di Nibbio. Si susseguono ripidi pendii in salita e discesa, tratti facili ma esposti, tratti un po' più complessi ma ben attrezzati.

Alcuni escursionisti,  nonostante la disapprovazione sacrosanta delle guide, abbandonano gli zaini lungo il percorso per ridurre la fatica. Penultima ripida salita sul pratone detto Pasquetta e qui lasciamo le racchette che ci intralcerebbero. Ripidissima discesa su sentiero un po' esposto, traverso attrezzato e ultima salita, sempre attrezzata. Siamo in vetta, 1574, dopo un’ora e tre quarti dalla Colma di Vercio. Pietose borracce di chi ha ancora lo zaino soccorrono chi ha le spalle colpevolmente scariche, ma che sia l'ultima volta! Panorama stupendo su laghi, Ossola, Val Grande ed altro.

Breve sosta, foto aeree e manteniamo la concentrazione, forse più necessaria che in salita. Si scende.  Dopo un’ora e mezza siamo nuovamente alla Colma di Vercio. Deviamo a sinistra in direzione nord e, in poco meno di tre quarti d’ora, raggiungiamo Corte Bué, 888, dove ci attende il saggio e ben riposato presidente. Tranquillo relax nel bell’alpeggio ricco di storia, quasi un paesino.

Si riparte con più di cinque ore nelle gambe e lo stomaco pieno. Impieghiamo altre due ore, lungo il sentiero P07, per tornare a Ruspesso, passando dall'Alpe Basseno, 879, e nuovamente da Ompio. Altri su e giù incrementano il dislivello totale. Ci godiamo ancor più del solito il cambio scarponi, il brindisi finale, le ultime foto di gruppo, non gradite a tutti ma solo alle coscienze tranquille. Secchi di adrenalina sono rimasti sulle rampe aeree e scoscese dei Corni di Nibbio.

Gianpaolo Fabbri

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