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GERMAGNO- 16-02-2025-- Affrontiamo questa lunga escursione in periodo già caldo, ma la neve se n'è appena andata. Meglio sarebbe in autunno, per evitare “cotte” e sudate esagerate con relativi problemi di crampi. C'è, comunque, la soddisfazione di quattro vette e di panorami unici.

GITA N. 48

MONTE MASSONE DA ALPE QUAGGIONE

GIUGNO 2013

Dislivello totale: 1400 m. Tempo totale: 7 h

Bella giornata. Siamo in undici con Asia e Book. Ci onora della sua presenza il presidente, appunto, onorario che, con le sue quasi ottanta primavere, suscita sempre in noi una bonaria invidia per la sua gran forma psicofisica: vedansi tempo e dislivello odierni!

Imbocchiamo la Val Strona e, a Germagno, prendiamo la strada per l'Alpe Quaggione, 1167, punto di partenza. Abbiamo abbondanti scorte d'acqua, non solo per noi, più inclini al Prosecco, ma anche per i cani. Troveremo qualche chiazza di neve verso il Massone e la prima acqua nel pomeriggio. Saliamo brevemente su strada asfaltata fin dove inizia il sentiero Z02, sulla destra, che porterà fino alla vetta del Monte Massone. Falsopiano nel bosco e nei prati in direzione nord, poi un tratto ripido, sempre sulla dorsale fra Cusio e Val Strona.

Sul successivo pianoro ci attende un gregge di qualche centinaio di pecore. Appena in tempo guinzagliamo i border collie, frenando il loro istinto di cani da pastore ed evitando contatti troppo ravvicinati con ovini e zecche. Aggirata l'orda belante, un altro strappo ci porta sulla prima vetta odierna, il Monte Cerano, 1702, (quasi un'ora e mezza). Breve sosta e si vira a ovest nord ovest, sempre su sentiero, perdendo un po' di quota e risalendo, poi, alla seconda vetta, il Poggio Croce, 1765, (mezz'ora). Ci ricompattiamo e iniziamo la ripida discesa fino alla Bocchetta di Bagnone, 1589. Adesso siamo sulla dorsale fra Ossola e Strona, con saliscendi e ripidi strappi che incrementano il dislivello.

In un'ora  da Poggio Croce raggiungiamo La Bocchetta, 1904, dove si congiunge al nostro il sentiero che sale da Ornavasso e Alpe Cortevecchio. Imbocchiamo la mulattiera Cadorna diretti alla Cima Coppi di oggi, il Monte Massone, ma l'abbandoniamo quasi subito per una deviazione verso la Croce Walser di Ornavasso e, percorrendo anche in parte le trincee della Linea Cadorna, verso la terza vetta, l'Eyehorn, 2131. Ritorniamo sulla mulattiera che, con l'ultima dolce salita, ci porta sul Massone, 2161, (quasi un'ora), uno dei punti panoramici migliori del nostro territorio, nonostante una nuvoletta fantozziana che ne nasconde buona parte.

Il percorso ad anello riprende scendendo in direzione sud est all'Alpe Nuova, 1811, e all'Alpe Bagnone, 1196, (poco meno di un'ora e mezza). Finalmente una pausa lunga e seria, dopo più di cinque ore di marcia, in riva al rio Bagnone, affluente dello Strona. Ci illudiamo, per un'oretta, di essere a Rimini: il clima è lo stesso.

Ennesima risalita per digerire, questa volta all'Alpe Morello, 1242. Di qui, con ancora un po' di dislivello positivo per chiudere l'anello, torniamo alle auto all’Alpe Quaggione (un'ora e tre quarti dalla pausa pranzo). E il presidente onorario non ha perso un colpo. Ci vorrà tutta la settimana per ripristinare i liquidi dispersi oggi alle aride falde del Massone.

Gianpaolo Fabbri

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