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Sabato 22 febbraio il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha emanato il decreto di adozione del Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti scolastici, in attuazione dell’art. 13 del Decreto-Legge 71/2024 (convertito nella Legge 106/2024).
Il decreto del ministro è composto solo da due articoli e da un allegato ed è stato sottoposto al parere emesso dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione il 4 febbraio scorso.
In pratica, già da quest’anno scolastico, la valutazione dei dirigenti scolastici avverrà tenuto conto della specificità delle funzioni e sulla base degli strumenti e dei dati a disposizione del sistema informativo del Ministero e del Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti scolastici. Il procedimento sarà articolato in una fase di assegnazione degli obiettivi, anche di rilevanza regionale, e in una di valutazione, a cura dei direttori degli Uffici Scolastici Regionali, garantendo anche un eventuale momento di contraddittorio con gli interessati e il ruolo di un organismo di garanzia. Agli esiti della valutazione sarà collegata la retribuzione di risultato. Se sei bravo, sarai pagato di più.
Ricordiamo che i Dirigenti scolastici sono inquadrati in ruoli di dimensione regionale.
Un primo aspetto critico da rilevare, è che il lavoro del dirigente scolastico in ambito pedagogico-didattico non trova ancora richiamo nel nuovo sistema e non risulta valorizzato nell’ottica della piena aderenza al disposto del comma 93 lett. d) dell’art. 1 della legge n. 107/2015 e cioè il contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico degli studenti e dei processi organizzativi e didattici, nell'ambito dei sistemi di autovalutazione, valutazione e rendicontazione sociale.
Il nuovo sistema cioè prevede una valutazione, sì importante dal punto di vista dell’efficienza amministrativa, ma tralascia completamente il ruolo come capo dell’istituzione scolastica finalizzata al successo formativo degli studenti. Viene giudicato come un funzionario, un burocrate, ma non dal punto di vista del perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio scolastico, come invece prevede la Legge 107/2015.
Insomma, il Dirigente scolastico sarà valutato per la sua azione amministrativa di conseguimento di risultato da organismi scolastici regionali, ma non (almeno per adesso) per il suo contributo al miglioramento del successo formativo degli studenti. Una valutazione che appare dunque assolutamente carente dal punto di vista formativo e di rapporto con tutti gli altri soggetti della scuola, a cominciare da docenti e personale scolastico.

Carlo Crapanzano

 

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