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TRONTANO- 25-05-2025-- E' un sollievo per noi contribuenti di serie B osservare come, ognitanto, il nostro denaro venga speso bene. Il Sentiero della Sposa fra Cosasca e Trontano, rimesso a posto dal Comune di Trontano grazie ad un finanziamento del GAL, è una “cosa pubblica” ben fatta.

Non essendo in grado di comprendere, per esempio, il senso e la spesa sostenuta per i cartellini “Cammino tra natura e spiritualità” in tre lingue, sparsi sulla Via dei Torchi e dei Mulini e lungo altri sentieri, mi accontento di aver percorso nei due sensi il Sentiero della Sposa con i miei amici.

GITA N. 183 O 24 – IL SENTIERO DELLA SPOSA  AR  E  PRA LAVARDA

MAGGIO 2025

Dislivello: 750 m. Tempo totale: 4 h 20’ . Sviluppo: 8,8 km.

Splende finalmente il sole in questo tipico maggio ossolano, umido nel periodo del Luna Park. Si può anche parlare del primo vero caldo, ma per fortuna saremo in ombra per gran parte della salita. Oggi vogliamo scoprire il Sentiero della Sposa, ristrutturato di recente e non ancora inaugurato, che  prende nome, secondo la tradizione, da un tragico evento che vide la morte di una sposa avvenuta intorno al 1600. Il percorso impegnativo EE fa sì che il medico di turno sia supportato da due badanti titolari ed una di supporto, giunta appositamente dal Verbano.

Questo importante staff si prenderà cura di quattro anziani, uno dei quali ci guiderà per tutto il giorno. Utilizziamo il  parcheggio della scuola e della chiesa di Cosa, 250. E già qui la prima lezione di storia e geografia: molti chiamano erroneamente Cosasca questa frazione di Trontano “al piano”, mentre l'antico paese di Cosasca si trova “al monte”, trecento metri più in alto, ed è la prima meta di oggi.  A sinistra del campanile di Cosa inizia il sentiero A17a che supera su un ponte di ferro il Rio Robana, oggi ricco di acqua.

Sopra di noi, alla nostra destra, forma una bella cascata. Il primo tratto è ripido, con gradini scavati nella roccia, e favorisce il risveglio muscolare. Dopo una cappelletta dedicata a Maria il pendio si addolcisce e camminiamo nel verde in deliziosa ombra. Arriviamo a Ca' Burtulina, 485, e proseguiamo per Cosasca, 550. Giriamo per l'antico borgo, in ordine, pulito, dove c'è vita. Proseguiamo verso nord fino al Santuario della Madonna delle Grucce, 570, ristrutturato in stile “moderno”. Camminiamo da un'ora.

Dopo una breve pausa, invece di salire come un'anno fa direttamente verso l'Alpe Pra Lavarda, proseguiamo verso nord e scendiamo ad attraversare la valletta del Rio Porcelli, che dalla cartina sembrerebbe il Rio Varione. C'è poca acqua. Parlare di guado sembra esagerato. Qui inizia veramente il Sentiero della Sposa. Una catena, un ponticello metallico e poi si sale decisamente. Tutto profuma di nuovo, gradini d'acciaio, paletti, catene.

E tutto è piazzato da esperti. Non c'è nulla di particolarmente esposto e pericoloso, però è un terreno severo e le attrezzature danno tranquillità e sicurezza anche a chi è abituato solo ai sentieri turistici. Qualche saliscendi, una breve pausa colazione e ci incrociamo con un gruppo di colleghi escursionisti del Verbano provenienti da Trontano. In piano passiamo dall'Alpe Caudera con i suoi castagni secolari e, dopo un'ora, siamo a Corte Mozzio, 655, dove arriva da Trontano la strada, cementata nell'ultimo tratto, e dove si trovano gli alti ripetitori che si vedono anche da Domodossola.

Di qui a Trontano ci sarebbe ancora un'ora e un'indigestione di asfalto e quindi, come consiglia la guida, torniamo sui nostri passi e ripercorriamo il Sentiero della Sposa in senso contrario,  direi “in discesa”. Al Santuario della Madonna delle Grucce ci ritroviamo con il gruppo di Verbania che sale insieme a noi a Pra Lavarda, 775, (un'ora dai ripetitori) su sentiero evidente. Pranziamo con tutta calma al tavolo nello splendido punto panoramico sull'Ossola. Scendiamo pochi minuti e, al primo bivio, teniamo la sinistra su sentiero segnato, ma senza indicazioni, che passa da una baita diroccata (Crosa) ed arriva a La Selva, 675, bell'alpeggio con un altro bellissimo belvedere.

A Cosasca chiudiamo l'anello e prendiamo la bella mulattiera A17 verso sud ovest che, passando dall'Oratorio di San Defendente e da Mut Caslett, ci porta alla chiesa di San Lorenzo al Pozzo, 397 (un'ora). Di qui scendiamo rapidamente al piano, tagliando la strada a tratti asfaltata, viriamo a nord (destra) e torniamo alle auto. Nel bar di fronte al parcheggio chiudiamo la piacevolissima giornata.                                  

Gianpaolo Fabbri

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AdmirorGallery 5.2.0, author/s Vasiljevski & Kekeljevic.

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