20-03-2019 - E' dal 2007
che la primavera non torna il 21 marzo, ma le consuetudini sono difficili da far morire, e così domani celebreremo tutti una primavera che ufficilmente arriva già questa sera, alle 22.58 (ora italiana) per essere precisi.
E' a quest'ora che infatti avverrà l'equinozio, ovvero il sole nel suo moto apparente giungerà allo zenit dell'equatore, ricacciando l'inverno e riprendendo poi il cammino verso il tropico del Cancro, dove giungerà alle 15.54 del 21 giugno per dare il via all'estate. Ma non corriamo troppo, fermiamoci all'equinozio che, come ci dicono gli astronomi solo nel 2102 ci porterà nuovamente l'arrivo della primavera nella data canonica del 21 marzo, festa di san Benedetto.
Perché questo sfasamento?
Tutto ha origine nei complessi calcoli che hanno per secoli complicato la vita agli astronomi e ai facitori di almanacchi.
Anno 325 al Concilio di Nicea si cerca la formula esatta per calcolare la Pasqua Cristiana (legata alle fasi lunari e all'equinozio) stabilendo che l'equinozio di primavera cade, appunto, il 21 marzo. Il calendario gregoriano, introdotto nel 1582, accetta la risoluzione così come l'inserimento nel calendario degli anni bisestili, ideati per correggere lo slittamento delle stagioni provocato dal tempo di rotazione terreste. Il calendario divide infatti un anno in 365 giorni, ma la rivoluzione terrestre (un anno è il tempo di una rivoluzione completa della Terra attorno al sole) dura 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 49 secondi. Nonostante l'accorgimento di introdurre ogni 4 anni un giorno in più al calendario, restano fuori una manciata di minuti che negli anni si accumulano, il che fa sì che il momento dell'equinozio di primavera cada sempre in un orario diverso ma in un giorno compreso tra il 19 ed il 21 marzo. E così, in virtù solo del calendario, non certo dei moti celesti, solo nel 2102 l'equinozio tornerà per San Benedetto.