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NOVARA/VCO-BIELLA/VERCELLI -27-11-2019 - L’ondata di maltempo degli ultimi giorni ha fatto salire il conto dei danni all’agricoltura. Un settore che, a causa degli eventi estremi causati dai cambiamenti climatici, ha perso più di 14 miliardi di euro nel corso di un decennio, tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture rurali. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti: in tutto il Piemonte si registrano terreni allagati, serre e vigneti distrutti, coltivazioni di cereali perdute, ma anche frane e aziende isolate per strade interrotte e mancanza di luce.


Nella provincia di Biella, all’altezza di Pettinengo, una frana ha distrutto una struttura di un’azienda agricola, segnala Coldiretti Vercelli – Biella, che insieme a Coldiretti Novara – Vco lancia anche l’allarme per i molti terreni rovinati per smottamenti, allagamenti e per gli alberi caduti. “La situazione più preoccupante per le nostre province è quella dei cereali: molto mais e anche alcune varietà di riso erano ancora in campo e la pioggia, che va avanti ininterrottamente da settimane, ha impedito di raccoglierli”, spiega Paolo Dellarole, Presidente di coldiretti Vercelli – Biella con delega al settore risicolo. Interviene anche Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara – Vco: “Dopo tutto questo tempo ormai i cereali rimasti in campo sono completamente rovinati ed è quasi impossibile – o inutile- ormai raccoglierli. Per i nostri agricoltori, molti dei quali si dedicano soprattutto a questa coltura, significa avere un danno consistente”.


Entrambi i presidenti danno un’indicazione: “Cogliamo l’occasione ancora una volta per ricordare a chi ha subito danni di farne segnalazione il prima possibile al Comune di competenza: qualsiasi risarcimento possibile potrà avvenire soltanto in presenza di questa segnalazione. Ci stiamo attivando con i nostri tecnici per seguire le aziende danneggiate. Intanto ribadiamo che, per evitare di dover costantemente rincorrere l’emergenza, servono interventi strutturali che vanno dalla realizzazione di piccole opere di contrasto al rischio idrogeologico, dalla sistemazione e pulizia straordinaria degli argini dei fiumi ai progetti di ingegneria naturalistica fino a un vero e proprio piano infrastrutturale per la creazione di invasi, con la regia dei Consorzi di bonifica, che raccolgano tutta l’acqua piovana che va perduta e la distribuiscano quando è necessario".

 

 

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