PIEMONTE-29-03-2020-- Il delegato di Confindustria Piemonte
per l’Agenda Digitale Fabrizio Gea spiega che i ritardi tecnologici del nostro territorio aggravano una situazione già critica:
“In questa drammatica circostanza determinata dall'emergenza Coronavirus in cui le aziende devono fermare la loro produzione, per decreto o per prudenza o per l’interruzione della loro filiera a monte o a valle, il digital divide del nostro territorio fa sentire tutto il suo peso”. È questo l’allarme lanciato da Fabrizio Gea, imprenditore ICT e delegato di Confindustria Piemonte per l’Agenda Digitale.
Lo smart working sarebbe infatti una soluzione efficace, oltreché lecita e sicura, per svolgere importanti attività aziendali – dalle vendite al marketing, dall’amministrazione all’ingegneria, dall’R&I alla formazione. Ma per diversi motivi non è possibile affidarsi alla connessione domestica del collaboratore: occorre dotarlo di apparati idonei (router) che, da un lato, garantiscano un agile traffico dati e, dall’altro, consentano di configurare la postazione domestica con le medesime protezioni della rete aziendale (in tema di privacy e di Cybersecurity) e prestazioni (in termini di applicativi).
Una soluzione a questo aspetto viene direttamente dal mercato: gli operatori delle telecomunicazioni stanno già proponendo soluzioni specifiche, le quali però, per quanto offerte a tariffe “dedicate” al contesto, rappresentano pur sempre un onere aggiuntivo che si aggiunge alle difficoltà economiche che le nostre aziende sono chiamate ad affrontare oggi e nel prossimo futuro. In molti casi, inoltre, è anche necessario formare il lavoratore a questa modalità operativa, che purtroppo non è ancora molto diffusa tra le aziende. Infine, vi sono ancora ampie zone del territorio che non dispongono di una adeguata copertura di rete, fissa o mobile.
Queste le proposte del sistema industriale piemontese, nelle parole di Fabrizio Gea.
“Chiediamo alla Regione un sostegno economico, ad esempio in forma di voucher, affinché le imprese possano attivare contratti di servizio abilitanti lo smart working per i propri dipendenti, sostenendo anche i necessari fabbisogni di formazione. Pur condividendo gli sforzi della Regione per accelerare il piano BUL per la posa della fibra, riteniamo che la rete mobile sia oggi quella che offre maggiori prospettive, consentendo l’impiego immediato dei router domestici basati su SIM. Ma poiché essa stessa non è ancora sufficiente in termini di copertura, sarebbe auspicabile una ricognizione, sotto coordinamento regionale, di tutte le opzioni che potrebbero portare all’installazione in tempi brevi del più alto numero possibile di antenne cellulari temporanee, come ad esempio è stato fatto per servire il nuovissimo ospedale di Verduno”.