VERCELLI - 29/03/2020 Non solo i sanitari
ma anche gli operatori dei servizi sociali sono in prima linea nel contenimento del Coronavirus. E’ il caso dei consorzi CISAS di Santhià e CASA di Gattinara. Abbiamo parlato con Alice Toselli, responsabile della programmazione a Santhià, e Valeria Artuso, coordinatrice degli assistenti sociali a Gattinara.
Quali progetti avete messo in campo per fronteggiare l’emergenza?
Per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso, il CISAS ha dato vita ad un progetto chiamato “IL CISAS TI AIUTA!”, un’iniziativa nata dall’esigenza di intervenire prontamente su tutto il territorio consortile con azioni mirate a favore delle fasce della popolazione più fragile e vulnerabile. L’iniziativa si articola in cinque azioni: 3 azioni riguardano la consegna al domicilio di pasti caldi e freddi (“Apparecchia, arriviamo!”), consegna della spesa alimentare (“La spesa arriva a casa”) e consegna dei farmaci (“Farmacia al domicilio”). Accanto a queste neonate iniziative ci sono il servizio di compagnia al telefono, “Sentiamoci!”, per contrastare la solitudine e la rete di vicinato/volontariato che verifica lo stato di salute e di benessere bio-psico-sociale di anziani soli o di persone in isolamento. Anche a Gattinara sono state messe in campo delle iniziative analoghe per contrastare la diffusione del virus e stare accanto alle persone fragili. Abbiamo partecipato ad un bando della FondaIone San Paolo, entro pochi giorni verremo messi al corrente dell’esito.
É possibile mantenere i servizi attivi, evitando il contagio delle fasce più deboli, tra cui gli anziani, e tutelando al contempo i dipendenti?
Sì si può, ovviamente il rischio è alto e sicuramente aumenta in assenza di dispositivi adeguati. Per poter offrire assistenza in modo opportuno e con professionalità è necessario equipaggiare il personale con la giusta attrezzatura per preservare la salute dei dipendenti e delle persone che si assistono. In questo momento, il problema della fornitura dei dispositivi è un problema serio e generalizzato che tocca tutte le realtà sanitarie e socio-sanitarie del nostro paese. É interessante però constatare quanto il problema della carenza di mascherine sia stato preso a cuore dalla cittadinanza e dai non “addetti ai lavori” che, in associazioni o singolarmente, hanno effettuato donazioni e si sono attivati per produrre home made mask distribuendole gratuitamente. La paura certo c’è: coloro che sono in prima linea, soprattutto le OSS, agiscono con cautela, effettuano una serie di verifiche prima di accedere al domicilio dell’utente e si attengono scrupolosamente alle indicazioni ministeriali. I due consorzi, sin dai primi giorni dell’inizio dell’emergenza sanitaria, si sono attivati per reperire i dispositivi necessari per i dipendenti.
Quali servizi sono attivi sul territorio? Quali in modalità telematica?
Alcuni servizi non posso fermarsi di fronte all’emergenza. Tra questi il SAD (Servizio di Assistenza Domiciliare, ndr) e il Centro Antiviolenza. Altri come le attività del Centro per le famiglie, l’educativa scolastica e le iniziative di aggregazione per la comunità sono state sospese o svolte in via telematica. Il Servizio Sociale di fatto non si è fermato, lavora in remoto! Lo smart working ci permette di mantenere attivi e di rimodulare alla situazione che siamo costretti a vivere, alcuni importanti servizi.
Accanto al ruolo di Assistenti Sociali, Educatori ed Operatori Socio Sanitari impegnati sul campo, c’è la macchina amministrativa. Come sta funzionando?
La gestione del personale, la gestione gli ordini di acquisto, i pagamenti, la stesura di atti amministrativi formali continua a funzionare. Le colleghe dell’area amministrativa continuano il loro lavoro da casa con qualche difficoltà dovuta al rallentamento per lo smart working, essere presenti in ufficio è ovviamente diverso.
Eugenio Lux