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sciopero

TORINO - 11-04-2020 -- Uno sciopero

dei lavoratori del commercio alimentare, lo hanno decretato i sindacati Filcams e Uiltucs per domani, domenica 12 aprile da inizio turno e fino alle ore 13. "Mentre l'Italia a Pasqua riposa in Piemonte si va a fare la spesa" il commento della Filcams Cgil spiegando in un comunicato come la scelta arrivi in risposta all'ordinanza emessa dal presidente della Regione Alberto Cirio, che tiene chiusi gli esercizi commerciali dalle ore 13 della mattina di Pasqua sino alla mezzanotte del lunedì di Pasquetta.
Al Presidente Cirio è mancato il coraggio di fare la scelta giusta – commenta Fabio Favola segretario regionale della Filcams Cgil Piemonte – quella razionale, utile di disporre la
chiusura totale degli esercizi commerciali per Pasqua e Pasquetta, così come noi chiediamo per le domeniche e le altre giornate festive. Ci pare incomprensibile.”
Ma chi andrà a fare la spesa a mezzogiorno di Pasqua?! “Tutta Italia va nella direzione contraria – continua Favola. - Regioni e comuni in tutto il paese hanno deciso di consentire alle persone una Pasqua e una Pasquetta di serenità familiare, tenendo chiusi i negozi”.
Persino le aziende, quelle più attente alle condizioni dei lavoratori e dei clienti, avevano deciso, in autonomia, chiusure pasquali.
Le tante ragioni e il buon senso – commenta il segretario - contenuti nelle richieste di Cgil Cisl Uil, che invocavano la chiusura di Pasqua e Pasquetta, non hanno trovato ascolto.
Nelle domeniche ed i festivi possiamo e dobbiamo evitare di andare a far la spesa per non incorrere in rischi inutili, perché con un po' di organizzazione possiamo tranquillamente
approvvigionarci nei 6 giorni feriali che abbiamo a disposizione”.
Le lavoratrici e i lavoratori del commercio vivono da settimane in sofferenza non solo per l’esposizione ai rischi da contagio ma anche per le condizioni e i turni di lavoro pesanti.
Continuiamo a denunciare una sottovalutazione rispetto ai rischi cui le lavoratrici e i lavoratori sono sottoposti – conclude Favola - e la mancanza della necessaria attenzione
che migliaia di famiglie in difficoltà meritano”.

 

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